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TaoLen93.
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Buonsalve ragazzi, quì è il vostro TaoLen che vi parla! Oggi parleremo delle Miko, chi di voi non ha mai visto in qualche anime queste sacerdotesse, talvolta dotate di poteri spiritici, ma andiamo a vedere in realtà chi sono!
La figura della Miko è presente fin dai tempi più antichi: nel passato infatti alle donne era attribuito il potere di mettersi in diretto contatto con gli dei,(quelli che sentite spesso chiamare 'Kami'), attraverso uno stato di trance e rivelare così delle profezie.
Col passare del tempo però il termine iniziò ad indicare tutte le ragazze al servizio di altari e templi shintoisti; spesso erano le figlie dei sacerdoti che abitavano ed officiavano in quel santuario (Come esempio mi viene in mente Furude Rika che essendo la figlia del sacerdote del tempio di Oyashiro-sama ad Hinamizawa lei divenne la sua Miko alla morte della madre e del padre)
Paragonandole con la religione occidentale, potrebbero essere equiparate ai chierichetti delle chiese cattoliche.
Per quanto riguarda la traduzione letterale del termine Miko è ancora un po' difficile dare una definizione precisa: il più usato è "vergini dell'altare", ma sono spesso definite anche sacerdotesse, novizie, profetesse, medium, suore o addirittura streghe.
Bisogna però specificare che, sebbene lo shintoismo preveda anche sacerdoti donna, esse non sono Miko: le Miko non hanno la stessa autorità, anche se in mancanza di un sacerdote possono ricoprirne gli incarichi.
Fondamentalmente però il loro compito è di assistere il sacerdote durante le funzioni come i matrimoni, esibirsi in danze cerimoniali (Miko-Mai), offrire omikuji, occuparsi di vendere tutti quegli oggetti associati al santuario stesso come gli omamori o gli ema e fare le pulizie infatti vediamo spesso la figura della Miko con la ramazza di bambù in mano che spazza il terreno davanti al tempio. Al giorno d'oggi le Miko sono soprattutto volontarie, oppure lavoratrici part-time.
Il requisito fondamentale per una Miko, è quello di essere vergine (in teoria), ma storicamente sono state fatte eccezioni, soprattutto per donne dotate di grande carattere. Tradizionalmente però, se una donna che serve in un santuario si sposa, allora abbandona il suo ruolo di Miko o il corso di apprendimento per diventare sacerdotessa, per dedicarsi alla sua nuova famiglia.
L’abito tradizionale che indossano le miko è chiamato Chihaya e consiste in una gonna o in una gonna pantalone rossa (hakama) e una tunica bianca con ampie maniche a kimono, spesso orlate di rosso; la calzatura tipica è detta tabi.
Bianco e rosso sono i colori tradizionali dell’abbigliamento, così come degli accessori, ma esistono alcune eccezioni, come ad esempio nel Santuario di Tsurugaoka Hachiman a Kamakura.
Come ho anticipato all'inizio dell'articolo,sono una figura rappresentata spesso negli anime,manga e videogiochi: di solito sono raffigurate come giovani donne attraenti e coraggiose, che combattono demoni, creature sovrannaturali, yokai e quanto di meglio possa sfornare il folklore nipponico.
Spesso sono in grado di cimentarsi in varie arti marziali, sanno usare diverse armi come lo yumi (arco lungo), il tanto (pugnale), od una delle varie spade giapponesi quali le katana o i wakizashi, e sono capaci di compiere riti magici o particolari divinazioni.
Esiste anche una controparte "malvagia": la Kuro Miko; di solito sono al servizio di sacerdoti rinnegati oppure di demoni, sono esperte nel campo della demonologia e della magia nera e indossano una veste uguale a quella delle miko ma di colore borgogna, oro o nero.
Bene anche questo articolo volge al termine, alla prossimaFonti: AnimeClick
Edited by Giggi-kun - 31/1/2019, 19:04. -
.CITAZIONECol passare del tempo però il termine iniziò ad indicare tutte le ragazze al servizio di altari e templi shintoisti;
Vorrei precisare che il termine "Tempio" si riferisce esclusivamente alla filosofia buddhista. Il termine corretto per indicare il luogo sacro di fede shintoista è "Santuario". (: Sembrano sciocchezze, ma se un antropologo o qualche esperto leggesse l'articolo, storcerebbe il naso....e avrebbe ragione.
Riguardo le Maiko dovrei avere ancora i fogli con gli appunti; ricordo che il mio professore di Storia della Filosofia e delle Religioni del Giappone me ne aveva parlato. Sono figure molto affascinanti, mi piacciono in particolar modo perché indossano una bella "divisa", seppur semplice. Secondo me chiamarle "suore" è un po' azzardato, preferirei usare il termine "sacerdotessa" che calza a pennello, sia per il fatto che la parola rimanda allo Shintoismo, sia per far comprendere a chiunque che queste donne hanno dei 'poteri' speciali, seppur limitati.
Bravo Tao, l'articolo è molto bello!!. -
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Leggendo questo articolo mi è venuta in mente Kikyo di a inuyasha molto interessante . -
bernardo88.
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Davvero interessante .